Una nevicata di altri tempi

Un paese dove ancora si puo` sognare, dove natura e persone possono ancora comunicare. Tanti anni sono passati dal giorno in cui molti di noi figli di Cansano lo dovemmo lasciare, tante cose estetiche sono cambiate, ma quello che non e` cambiato e` quell`atmosfera di soave dolcezza che pervade in ogni suo angolo nei mesi invernali. La neve e` bella oggi come era bella nei miei tempi lontani. Per noi giovani di allora era il periodo di grande aspettativa, si poteva finalmente praticare lo sport invernale che tutti noi preferivamo. Sciare nelle colline circostante il nostro paesello. C`erano in mezzo a noi dei provetti sciatori, ricordo tra i tanti altri Rocco (boccone) Di Gregorio ed Emereno che con gli sci sapevano fare cose veramente temerarie. 

Ognuno di noi aveva un paio di sci, alcuni di ottima fattura, altri un po` meno, ma tutti andavamo a sciare quanto si presentava l`occasione. Ricordo un episodio che per poco mi costo` la vita. Era una mattina di Gennaio avevamo tanta neve nel suolo, il tempo era nuvoloso, cercai tra i miei compagni se c`era qualcuno che volesse venire con me per una sciata nella casaminuccia, nessuno fu disponibile. Io, invece di desistere, decisi di andare da solo. Arrivato nel posto salii le pendici del colle che mi porto` fino ai margini della ferrovia. Da li` si poteva fare una ripida discesa che portava ai terreni della casaminuccia per poi proseguire con piu` facilita` verso ballacquara. Alla base di questa discesa c`era un salto di alcuni metri che io essendo solo e col tempo nuvoloso che non mi consentiva di poterlo vedere in tempo per potermi preparare per il salto cercai di evitarlo. Ma non feci i calcoli giusti, fatto sta` che mentre scendevo con una velocita` abbastanza sostenuta mi trovai di fronte improvvisamento questo maledetto salto che non potetti evitare. Fu cosi` che impreparato come ero feci una giravolta su me stesso e finii con la testa in giu` conficcandomi nella neve. Cercai disperatamente di liberarmi da quello stato in cui mi trovavo, ma la tanta neve e gli sci che avevo ancora nei piedi mi impedivano di farlo. E mentre cominciai a pensare che sarei rimasto soffocato li` sentii una voce di uomo che mi incitava a rimanere calmo a collaborare con lui per far si` che lui mi potesse liberare. Non credevo alle mie orecchie, non sapevo come questa persona improvvisamente era li` per salvarmi. Dopo una decina di minuti di duro lavoro quest`uomo riusci` a tirarmi su`. Io cercai subito di ringraziarlo, ma lui bagnato e stanco comincio` ad impregare contro di me. Mi diceva che se mio padre mi avesse mandato a dare da mangiare ai nostri animale tutto questo non sarebbe successo. Gli chiesi scusa dell`accaduto e lo pregai di dirmi da dove era uscito se soltanto alcuni minuti prima io ero solo in quella zona. Lui mi guardo` ancora un po` arrabbiato e poi mi disse che era nascosto dietro un cespuglio, e che stava dando la caccia ad una volpe e che nel momento in cui sembrava di aver raggiunto il suo scopo io avevo rovinato tutto con la mia caduta. Gli chiesi di nuovo scusa, lo ringraziai, e lo pregai di non dire niente a mio padre. Lui mi rispose "va bene, lo faro` soltanto se tu mi prometti di non dire niente a nessuno perche` quello che io stavo facendo e` illegale nei mesi invernali" Acconsentii, lo abbracciai, e mi avviai grato a lui ed al signore verso il paese.